Difficilmente il candidato sindaco di Pordenone, Alessandro Basso, avrebbe potuto candidare nella Lista Ciriani un islamico più tradizionalista e integralista di Islam Shahidul (vedi foto). Non è un caso se, a Pordenone, nelle stesse vetrine in cui è affisso il volantino elettorale del bengalese Islam Shahidul, candidato al consiglio comunale per la "Lista Ciriani - Basso Sindaco", c'è anche quello della consigliera comunale Giovanna Favret (vedi foto), candidata nella stessa lista. Sarebbe stata proprio la Favret ad aver voluto candidare Islam per fare il ticket assieme. Nella sua presentazione Giovanna Favret ci tiene a far sapere di essere promotrice del pranzo comunitario nel quartiere Sacro Cuore. Ed è proprio in quel quartiere che il bengalese, che accetta il velo alle donne, ha dimostrato il suo attaccamento alle proprie origini religiosi e culturali. L'idea di Islam è quella di far conoscere alle nuove generazioni il Paese che, almeno per ora, le nuove generazioni islamiche non hanno ancora visto: "La nostra futura generazione - spiega, nel volantino, Islam Shahidul, ideatore dell'iniziativa - pian piano sta dimenticando la propria lingua e cultura. Noi dovremmo fargliele conoscere. Mi ricordo ancora quando, alla fine della scuola d'inverno, mio padre mi portava a casa dei nonni. Mi divertivo molto, mangiavo tante varietà di dolci. Ma questi giovani stanno dimenticando tutto. È questo il motivo di questa festa". Memoria corta, quella del coordinatore provinciale di Fdi, Emanuele Loperfido che tempo fa si complimentava con la Questura di Pordenone per aver sospeso per quindici giorni l'attività dell'esercizio di vicinato "New Bangla Bazar" sito a Pordenone in via Vallona. Sul posto gli agenti accertavano che era in corso una lite tra cinque cittadini stranieri di origine pakistana/afghana, tutti noti a questo Ufficio e gravati da pregiudizi di polizia per reati in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che per furto aggravato e vari ordini di allontanamento. Al titolare del “New Bangla Bazar” era già stato notificato in data 16 marzo 2020, un provvedimento di sospensione della licenza ex art 100 TULPS per giorni 45, in quanto veniva accertata la somministrazione mediante mescita di bevande alcooliche e superalcooliche, senza i previsti titoli autorizzativi e soprattutto nonostante l’espresso divieto rientrante fra le misure urgenti di contenimento del contagio da Corona Virus sull’intero territorio nazionale dato che in quel periodo vigeva il lockdown nazionale per l’emergenza da covid19.