In Friuli Venezia Giulia spesso si pensa che il privato in sanità sia costituito solo dai circa 130 milioni di euro che finanziano le strutture private accreditate, quelle a cui si può accedere gratuitamente con la ricetta e quindi pagando, se dovuto, solo il ticket. Se si guarda il bilancio regionale si scopre però che le Aziende sanitarie spendono oltre 40 milioni di euro in “consulenze” che sono costituite in buona parte dal pagamento dei cosiddetti “medici a gettone” che nella nostra regione sono prevalentemente argentini e forniti da una società privata. Quindi siamo già a 170 milioni. Questa parte di privato “esternalizzato” sta ormai erodendo il servizio pubblico al punto che interi servizi sono affidati all’esterno. Il caso più clamoroso è quello della radiologia di ASFO di Pordenone che è stata messa a bando per oltre 25 milioni e su cui i due privati che hanno partecipato si stanno combattendo a suon di carte bollate e ricorsi al TAR. Pare che si stia discutendo anche di affidare a privati l’ortopedia dell’ospedale di Latisana. E’ noto che la chirurgia ortopedica è l’attività che produce il maggior margine di profitto. In sostanza si vendono un pezzo alla volta servizi pubblici a prezzi non proprio convenienti per i contribuenti ma molto convenienti per i privati. Ma c’è un altro privato che sta prendendo sempre più piede ed è quello a pagamento diretto da parte del cittadino. Secondo la Corte dei Conti ogni cittadino del Friuli Venezia Giulia spende mediamente quasi 900 euro ogni anno per acquistare prestazioni sanitarie. Tra queste fanno la parte del leone le visite, gli esami radiologici, le cure odontoiatriche e l’acquisto di farmaci. Molti privati, anche di fuori regione stanno investendo in questo settore che ovviamente si appoggia sulla capacità dei cittadini di spendere soldi propri. La lunghezza delle liste di attesa e l’aumento della povertà porta però quasi il 10% della nostra popolazione a rinunciare alle cure, percentuale che raggiunge il 24% negli anziani. Un altro colpo duro al Servizio Sanitario Regionale pubblico, gratuito e universale lo stanno dando le assicurazioni e il welfare aziendali. Grazie alle detrazioni fiscali questo settore sta di fatto spostando risorse dal servizio pubblico al privato, proponendo visite, esami, ricoveri e sempre di più pacchetti che assomigliano molto a quello che fa il medico di famiglia. Di fatto si sta creando un sistema parallelo. Peccato che questi pacchetti non coprano praticamente mai le prestazioni più costose quali l’emergenza, i farmaci oncologici o i trapianti che restano a carico del servizio pubblico e che oltre una certa età non ti assicurino. E la politica? La politica si accapiglia in discussioni ideologiche solo sul privato accreditato e non si accorge che nel frattempi si sta smantellando il servizio sanitario nazionale. Ma questa non è una novità.