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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

ANNA CISINT COME GIOVANNA D'ARCO: UNICA EROINA CONTRO LA MAFIA BENGALESE?

"C’è una “mafia” bengalese che chiede il pizzo ai lavoratori per poi versare il denaro estorto al centro islamico. E le testimonianze sono sempre di più. Mi rivolgo ai politicanti in cerca di sedie o a quelli che le occupano per sbaglio e ai giornalisti che fanno politica. Volete una volta esser utili? Bene allora aiutateci ad affrontare il problema dell’estorsione di denaro e del caporalato che anche ieri il servizio di Fuori dal Coro ha ben chiarito". Da quanto denuncia l'ex sindaco di Monfalcone e attuale eurodeputato della Lega, Anna Maria Cisint, sarebbero ditte Bengalesi che lavorano nei cantieri navali a farsi tornare dai propri lavoratori connazionali metà stipendio per poter avere il diritto di continuare a lavorare: tale denaro, estorto sotto forma di pizzo, servirebbe poi a quanti gestiscono una moschea abusiva a Monfalcone per gestire le spese. Ma perchè Anna Cisint invece di definire i suoi colleghi "politicanti che non fanno nulla" non si attiva direttamente lei presso il governo nazionale con il Ministro Piantedosi (in quota Lega) o non deposita un formale esposto in Procura? Come può godere di un servizio di scorta fornito dal Ministero dell'Interno e non avere riscontro dallo stesso Ministero su quanto da lei denunciato? Quali sono le ditte Bengalesi che sarebbero in odore di mafia? La nostra testata ha più volte tentato inutilmente di mettersi in contatto con l'eurodeputato leghista ma non ci risponde mai al telefono, per cui le sue critiche ai mezzi di informazione lasciano lo spazio che trovano. Anna Maria Cisint ha la fortuna di avere in Friuli Venezia Giulia il ministro Luca Ciriani (Fdi) e il vice ministro Vannia Gava (Lega); possibile che nessuno dei due membri del Governo la ascolti? A questo punto resta da pensare che quello della Cisint sia un attacco alla magistratura oppure una continua campagna elettorale che la porta a essere più presente su Retequattro che a Bruxelles. Intanto il sindaco reggente, Antonio Garritani (Fdi), ex ufficiale dei carabinieri e galantuomo, cerca di addossare le denunce del servizio di Fuori dal Coro sulla giornalista invece che sulla Cisint, ammettendo che per quanto lo riguarda non ci sono le stesse assolute certezze sul sistema mafioso dipinto e che eventuali inchieste sono di competenza delle forze dell'ordine e non della politica. Va giù dura l'opposizione con il capogruppo in consiglio regionale del Pd, Diego Moretti, che si chiede come possa Anna Maria Cisint accusare la politica di immobilismo quando lei è stata per due mandati sindaco proprio di Monfalcone e oggi eurodeputata della Lega. "Se l'on. Cisint sa qualcosa - conclude Moretti - è suo dovere fare un esposto in Procura della Repubblica denunciando fatti e nomi". "C'è l'ombra inquietante della mafia bengalese dietro alcuni fatti di cronaca a Monfalcone. Secondo un'inchiesta condotta dalla trasmissione televisiva Fuori dal Coro su Rete 4, emergerebbe un sistema di sfruttamento che coinvolgerebbe alcuni lavoratori bengalesi, costretti a restituire metà del loro stipendio. C'è in pratica una
situazione di illegalità, con forme di estorsione e caporalato,
che crea condizionamenti verso la manodopera bengalese. E una regia che potrebbe fare capo a esponenti del radicalismo
islamico. Mi auguro che forze dell'ordine e magistratura siano
solerti ad affrontare una situazione al limite". Lo afferma in
una nota la deputata di Forza Italia Isabella De Monte.

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