Se Forza Italia invece di fare una campagna per la chiusura dei centri di accoglienza per minori profughi non accompagnati pensa di sottrarre l'elettorato al Pd, facendo dichiarare ai propri giovani, cresciuti a bunga bunga e inciuci, che il futuro del nostro Paese si gioca sull'integrazione degli immigrati, le amministrative di Pordenone e Monfalcone difficilmente vedranno il partito di Sandra Savino alleato del centrodestra duro e puro. "Il nostro Paese che, più di altri, soffre di un'immigrazione irregolare particolarmente pesante, deve con autorevolezza imporre all'Europa regole che consentano di ripartire tra i vari Stati gli arrivi di immigrati irregolari sul nostro territorio, oltre ad ampliare e potenziare accordi con i Paesi di provenienza che consentano rimpatri certi e veloci", afferma il consigliere regionale di Forza Italia, Roberto Novelli. "Questo aspetto dell'immigrazione - continua Novelli - deve però coordinarsi anche con una migliore capacità di integrazione per chi ne ha diritto. Il gruppo consiliare regionale di Forza Italia rimarca che questi sono entrambi punti fermi, che però non esauriscono i ragionamenti e le azioni sul complesso mondo dell'immigrazione dai Paesi extra Ue. Quando spostiamo l'attenzione su minori immigrati di seconda generazione, figli di genitori stranieri residenti che devono aspettare il compimento dei 18 anni prima di poter richiedere la cittadinanza, anche se sono nati in Italia e hanno completato un ciclo di studi, allora è lecito porsi la domanda, perché no? Sono giovani che studiano con i nostri figli, parlano l'italiano, molti parlano addirittura i dialetti locali e a scuola imparano la nostra storia, la letteratura, guardano i nostri programmi televisivi e seguono gli stessi influencer sui social. Sono ragazzi e ragazze che vivono e condividono la realtà di un Paese che sentono loro". "Lo ius scholae - si legge in un comunicato dei Giovani Azzurri, riuniti a Rimini con Andrea Cabibbo, - non deve essere confuso con lo ius soli, ossia con la cittadinanza concessa per il solo fatto di nascere in Italia. Su questo Forza Italia era e rimane profondamente contraria, prima di tutto per evidenti ragioni tecniche e giuridiche di diritto pubblico. Il futuro della nostra Italia sarà in mano ai giovani di oggi che, nel caso siano nati in Italia e abbiano completato almeno un ciclo di studi, crediamo sia legittimo possano diventare cittadini italiani prima di aver compiuto i 18 anni". Conclude Andrea Cabibbo, capogruppo in Consiglio regionale: "È una questione di giustizia sociale, sulla quale eravamo già intervenuti lo scorso anno per il caso di Mifri Veso, la celebre triplista pordenonese, che ancora minorenne non poteva rappresentare il nostro Paese in gare ufficiali, come altri giovani sportivi, e che dimostra quanto lo ius scholae possa costituire un veicolo prezioso per abbattere muri ideologici e costruire ponti solidi e duraturi verso un orizzonte di civiltà e di piena consapevolezza, anche per l'inclusione sociale e l'integrazione".