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BAGHDAD: RIBELLIONE DI UN GENERALE - IL LIBRO DENUNCIA SULL'URANIO IMPOVERITO E LE TANTI MORTI SOSPETTE

Giovedì 25 luglio, ore 19, a Palazzo Kechler di Udine, verrà presentato dall'autore il libro scandalo " Baghdad: Ribellione di un generale - non abbandono i miei uomini esposti all'uranio impoverito". Sarà presente il colonnello Fabio Filomeni. E' possibile prenotare telefonando al 3421597159.

"Quali sono le ragioni che possono aver indotto un giovane Generale dell’Esercito dalla brillante carriera, inviato in missione in Iraq per contrastare l’Isis, a denunciare i suoi vertici militari? Quali sono le circostanze in cui un esperto Comandante dei corpi speciali, avvezzo ad affrontare da sempre i pericoli più disparati, ha deciso di ribellarsi al modus operandi del suo Comando arrivando ad accusarlo di gravi omissioni nella tutela della salute e della sicurezza dei propri soldati? Chi scrive si trovava nel 2018 in terra di Babilonia al fianco del Generale Roberto Vannacci protagonista di questa insolita e, per certi versi, straordinaria vicenda di cronaca tenuta opportunamente lontana dai riflettori dei media. Si racconterà buona parte di ciò che è avvenuto in dodici lunghi mesi di comando costellati, a fasi alterne, da indifferenza e tracotanza, ordini illegittimi e prevaricazioni da parte di un Comando in Patria totalmente insensibile alle reiterate richieste che provenivano dal Teatro delle operazioni. Sullo sfondo, la triste vicenda che da più di vent’anni vede contrapposti da una parte i soldati periti o gravemente ammalati per l’esposizione all’uranio impoverito ed alle nanoparticelle di metalli pesanti liberatesi nell’esplosione del micidiale munizionamento, dall’altra quegli stessi vertici militari che hanno concepito, pianificato, autorizzato e condotto le operazioni alle quali detti soldati hanno partecipato. Quattro commissioni parlamentari d’inchiesta appositamente istituite per far luce sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito i militari italiani al rientro dalle suddette missioni, studi clinici effettuati su campioni di militari, illustri pareri scientifici di luminari della medicina e della fisica nucleare sugli effetti dei bombardamenti con munizionamento contenente uranio impoverito, non avevano minimamente scalfito lo spesso muro di gomma eretto a protezione dell’istituzione militare. Tutto ciò, fino a quando un alto Ufficiale nel pieno delle sue funzioni di Comando, ha deciso di rompere il silenzio direttamente dal fronte denunciando il potenziale rischio di esposizione all’uranio impoverito e fornendo al posto di chi avrebbe dovuto farlo prima, tutte le informazioni necessarie di prevenzione e protezione delle quali i nostri militari, fino a quel momento, non erano mai venuti in possesso. E lo ha fatto mettendo tutto “nero su bianco” nel Documento di Valutazione dei Rischi. Un atto coraggioso e di onestà intellettuale di cui la Forza armata, e ancor più l’intera società civile, avevano veramente bisogno.

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