Fosse stata una gaffe compiuta in buona fede la polemica con il sindaco Alberto Felice De Toni si sarebbe potuta concludere con un ammonimento. Invece il primo cittadino pubblica una lettera sul suo profilo social dove ribadisce la sua volontà di chinarsi alla cultura musulmana in una città la cui tranquillità è stata minata dalle continue scorribande delle tante baby gang e da molti profughi fuori controllo. Vi riportiamo uno stralcio del suo scritto (vedi foto originale): "Care cittadine e cari cittadini, Domenica 16 giugno ho portato i miei saluti alla festa del sacrificio della comunità islamica. Non ero a piedi nudi, come riportato erroneamente dai giornali. Ho tolto le scarpe in segno di rispetto per il credo religioso islamico e dopo aver portato i saluti introduttivi non ho partecipato alla preghiera... Udine ha il 14% dei residenti di origine straniera, oltre 13 mila persone che rappresentano una parte importante della nostra società e del nostro tessuto cittadino. Sono a tutti gli effetti udinesi, indipendentemente dalla loro cultura di origine, dalla loro religione e dalla loro provenienza geografica. In quanto cittadine e cittadini hanno gli stessi diritti di tutti, incluso quello di poter contare sulle istituzioni e di invitare il Sindaco ai propri eventi. Credo in una città inclusiva, in cui ciascuno possa professare il proprio credo e difendere le proprie peculiarità culturali. Udine è orgogliosamente una città plurale, che difende le diversità e non le emargina. Mi dispiace che certi organi di stampa abbiano quindi riportato notizie errate, da fonti non correttamente verificate, che non fanno un buon servizio alla verità e che raccontano una Udine diversa da quella che è e che vogliamo. Le città che adottano modelli divisivi e di emarginazione hanno già dimostrato l’inefficacia di questo approccio, noi lavoriamo in modo diametralmente opposto. Questi attacchi politici ci danno ancor di più la forza di andare avanti per un futuro migliore". Il sindaco dichiara che a Udine vivono 13mila persone di origine straniera (il 14%) che a suo parere rappresentano "una parte importante della nostra società e del tessuto cittadino". Tuttavia pare non tenere in debita considerazione le aggressioni, gli stupri, le violenze, lo spaccio, le rapine commesse da tanti minori profughi non accompagnati e maggiorenni. De Toni dimentica che che il costo, alla comunità, di ciascun minore profugo non accompagnato è di circa 100 euro al giorno oltre al carico di lavoro che pesa sulle forze dell'ordine spesso impotenti per assenza di leggi adeguate. Il 15 luglio l'associazione RIPRENDIAMOCI UDINE si presenterà al pubblico per fissare la data per una manifestazione di protesta fuori da uno dei centri di accoglienza per minori profughi non accompagnati, e avvierà una raccolta di firme, fra l'86% di residenti di origine italiana, per chiedere le dimissioni dell'attuale sindaco di Udine.