Osservate le tre foto fate in circostanze diverse (vedi immagini): il sindaco Alberto Felice De Toni gira scalzo prima nella moschea e poi alla festa del sacrificio organizzata all'Ente Fiera di Udine. Per qualcuno togliersi le scarpe non è equivalente ad essere scalzi. Ecco il commento rilasciato dai collaboratori del primo cittadino e dagli stessi musulmani:"Sindaco di Udine coi piedi nudi alla festa islamica? Falso: un mero saluto formulato senza scarpe ma coi calzini dal piccolo palco, rispettando una regola universale e arcinota, in un segno di rispetto. Basta fregnacce, la prossima volta chiedete prima a chi c’era. Video girato da un fedele, non l’unico". Bisogna seguire le regole della moschea in modo scrupoloso - ci spiega uno studioso di religione islamica - se si vuole entrare a visitarla, perché essa è il principale luogo di culto per la religione musulmana. Molte moschee non consentono l’ingresso a chi non è appartenente a questa religione, ma ce ne sono anche tante altre che non fanno discriminazioni e permettono l’entrata a tutti, come la Moschea Blu di Instabul . Occorre avere un abbigliamento adeguato al luogo, non solo perché le regole della moschea lo esigono, ma perché è buona educazione farlo, per rispettare le norme di questa religione diversa dalla nostra. Soprattutto se si visita una moschea in estate, quando cioè siamo abituati a portare pantaloncini corti, minigonne o canotte, le donne devono munirsi di un foulard o una sciarpa per coprire le parti scoperte delle spalle o semplicemente mettere una gonna non troppo corta o un pantalone lungo, mentre per gli uomini basta mettere dei pantaloni lunghi e magliette a mezze maniche.Una delle regole della moschea è quella di togliersi le scarpe e lasciarle all’ingresso mettendole su uno scaffale. Questa è una delle regole principali e vale per tutti. Al contrario a casa nostra ci viene impedito di seguire la nostra cultura: tempo fa, in un istituto scolastico di Terni, la dirigente scolastica avrebbe vietato un’iniziativa legata alla messa in scena di quadri viventi con protagonisti i bambini sulla nascita di Gesù perché disturberebbe “le diverse culture religiose presenti nell’istituto”. “Lo scorso 8 novembre, in una riunione all’interno della scuola, alcuni genitori si sono accorti che da qualche classe erano spariti i crocifissi, simboli della cristianità e della nostra cultura. Alle richieste di chiarimenti, la risposta è stata che l’eliminazione del Crocifisso era stata decisa per non mettere in imbarazzo i bambini di fede musulmana presenti nell’istituto”. Non scordiamoci quanto successo alcuni anni fa proprio nel centro di Udine: un presepe posizionato in una piazza di Udine è stato imbrattato nella notte di Natale per protestare a favore dei migranti. Sulle sagome di Maria, Giuseppe e Gesù, i cui volti sono stati dipinti di marrone, sono apparse scritte come "la vostra fede, un razzismo dalla lunga storia", "il vostro Giuseppe, un uomo a cui negate la dignità togliendo le panchine", "il vostro Gesù, bimbo nato sulle navi che non accogliete". Davanti all'opera venne trovato un tappeto orientale.