Oggi si sono ritrovati oltre un migliaio di musulmani in Fiera a Udine per la Festa della Preghiera. Il sindaco Alberto Felice De Toni, assieme all'assessore alla cultura Federico Pirone, dopo essersi messo scalzo seguendo, in Italia, le tradizioni islamiche, ha portato il saluto della città sottolineando l'esempio di convivenza e integrazione. Ma siamo sicuri che gli udinesi volessero portare il loro saluto e non un foglio di via per qualcuno? Il nome della festa musulmana è Festa del Sacrificio poichè si compie un gesto che viene ripetuto nelle commemorazioni odierna, caratterizzata appunto dal sacrificio di un animale, una capra, pecora, vacca o montone, la cui carne viene poi distribuita a familiari, parenti, vicini, amici e ai poveri all'interno della comunità. Nei secoli passati la 'Festa del Sacrificio' ha rappresentato il momento in cui le famiglie più importanti affermavano la propria influenza sulla comunitaà; oggi il sacrifico di questi animali costituisce un rito cui milioni di famiglie non rinunciano, anche se negli ultimi anni sono diversi i Paesi in cui questo atto è stato regolamentato. Il rituale islamico prevede infatti di sgozzare l'animale, far uscire tutto il sangue e poi eliminare la pelle e iniziare la macellazione. Una procedura non semplice e spesso controversa dal punto di vista igienico che continua ad avere luogo nelle campagne e nelle aree rurali, ma che è stata soggetta a restrizioni nelle città.