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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

BANDA DI PROFUGHI MINACCIA LE FORZE DELL'ORDINE MA LA POLIZIA IDENTIFICA SOLO IL GIORNALISTA

Martedì 28 maggio, ore 23 circa. Una pattuglia dell'Esercito è impegnata in via Roma a far mantenere la calma ad un immigrato in escandescenza a petto nudo. Poco dopo sopraggiungono tre volanti della Polizia di Stato ma la situazione invece di sedarsi peggiora. Passano pochi istanti e altri immigrati fuori dai bar adiacenti escono ad assistere alla scena. Volano urla in arabo. Trascorre oltre un'ora prima che arrivi un'ambulanza. Il responsabile del servizio sul posto è in continuo contatto con un suo superiore (o almeno così sembra) ma Esercito e Polizia sono costretti a restare fermi immobili fino a quando passa un'altro profugo che minaccia l'extracomunitario a petto nudo fino a dar vita ad un litigio a distanza contenuto grazie al cordone degli agenti. Passa ancora qualche minuto è il secondo profugo ritorna assieme ad un gruppo di altri cinque sue connazionali insultando e minacciando due agenti di polizia che restano immobili fino a quando il gruppetto non si avvia da via Roma a via Dante. In tutta questa sceneggiata il solo ad essere identicato, fermato per un'ora e multato per aver scattato delle fotografie dalla propria auto ferma davanti ai militari è il sottoscritto. A nulla è valso aver mostrato il tesserino da giornalista e aver spiegato di trovarci in mezzo ad una strada pubblica. Ma resta una domanda. Perchè il gruppo di profughi, arrogante e minaccioso verso le forze dell'ordine non è stato identicato e portato via?

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