Sono state messe le basi, questa mattina, per la costituzione dell'associazione "RIPRENDIAMOCI UDINE" (composta da professionisti della sicurezza), il cui scopo è quello di allontanare dalla città centinaia se non migliaia di persone moleste e prive dei requisiti richiesti. Sono moltissimi gli extracomunitari fra profughi e clandestini ad essere ospitati in struttura di accoglienza per un tempo superiore a quello previsto dalla legge. Oltre a questi vanno aggiunti centinaia di egiziani, afgani, pakistani, bengalesi e nigeriani privi di documenti che vengono ospitati come minori profughi non accompagnati. Si parla di persone, presumibilmente maggiorenni e/o con certifati penali pesantissimi: reati che vanno dal furto alla rapina, dall'aggressione allo spaccio di droga. Altri ancora dormono ammassati e privi di qualunque norma igienica in appartamenti fatiscenti o capannoni dati loro in affitto senza regolare contratto. Moltissimi di questi signori sono censiti e quindi noti ai servizi sociali o agli ambiti territoriali sociali. Alcuni alloggiano in apposite cooperative di accoglienza come Aedis e Hanna House, altri, quelli più pericolosi, vengono smistati in vari appartamenti (decine) di proprietà dell'amministrazione comunale di Udine. Non esiste alcun controllo, essendo liberi di circolare per cercare lavoro o studiare e pochi rispettano gli orari di ritorno teoricamente stabiliti per le ore 22. In caso di ritardo le cooperative si limitano, dopo aver atteso un paio di ore, a trasmettere una mail alla prefettura. Sono gli stessi gestori di questi cooperative di accoglienza ad aver dichiarato che non è raro che un ragazzo torni in camera con un coltello o della droga ma per un regolamento assurdo gli ospiti, come le stanze, non sono perquisibili. La prefettura, a sua volta, possiede l'elenco di tutti gli stranieri non in regola con relativi casellari giudiziari e carichi pendenti ma non fa assolutamente nulla per prevenire aggressioni e disagi. Ci sono anche strutture alberghiere come quelle nei pressi della stazione ferroviaria di Udine ad essere apparentemente in stato di abbandono ma in realtà ospitano per conto terzi altri migranti. E cosa dire della via a ridosso del Pullman Bar in via Leopardi, adiacente all'Autostazione? Anche qui si riversano giorno e notte decine di nigeriani, senegalesi e marocchini palesemente drogati o ubriachi. Nulla può fare, a pochi metri, un blindato dell'Esercito privo di qualunque autorizzazione ad agire con la forza. Chiediamo al Sindaco di Udine Alberto Felice De Toni e agli assessori Rosi Toffano e Stefano Gasparini di limitare l'ospitalità in strutture convenzionate a quanti privi di requisiti o con certificati penali pesantemente macchiati, di non concedere più a costoro l'utilizzo di appartamenti dell'amministrazione comunale e di avviare un severo controllo sanitario dei locali concessi in affitto da privati. Appare assurda la dichiarazione del Procuratore di Udine Massimo Lia che attribuisce la causa di questi accoltellamenti seriali fra presunti profughi minori a banali gesti di emulazione o esibizione causati dall'eccessivo uso dei social durante la passata pandemia. Il Procuratore Lia, in un'intervista rilasciata sulla stampa locale, definisce come "comportamenti non violenti", i furti, i danneggiamenti, le molestie di tossici e ubriachi. A partire dal 25 giugno l'associazione RIPRENDIAMOCI UDINE avvierà una proposta di legge di iniziativa popolare in materia.