Solo pochi mesi fa, nell'aprile del 2024, emerse per l'ennesima volta tutta la pericolosità di taluni minori profughi non accompagnati ospitati a Udine e il business che regola tutto. Ci sarebbero da verificare molte cose: i metodi di accoglienza delle cooperativa per minori stranieri non accompagnati Aedis e Hanna House di Udine, le strategie e le spese dell'ambito sociale del Comune di Asti e i rischi a cui vengono sottoposti gli ignari cittadini friulani. Francesco Bazzaro, responsabile delle sedi Aedis , tra cui quelle di Trieste e Pasian di Prato, che la cooperativa gestisce in Friuli Venezia Giulia durante una telefonata con una responsabile dell'ambito sociale di Asti chiese 500 euro al giorno, vista l'alta pericolosità sociale, per ospitare nella propria struttura di seconda accoglienza, un presunto minore profugo non accompagnato arrivato dalla cittadina piemotese. Bazzaro minacciò la responsabile dell'ambito di "stroncare il sistema di Asti" e concluse la telefonata affermando che "quel ragazzo ha bisogno di essere messo in galera o con una pietra in fondo al fiume Po". Fino a poche settimane fa all'interno della struttura di piazza Carlo Alberto 11 a Trieste risiedevano dieci minori non accompagnati. Egiziani, bengalesi, anche due ragazzi di nazionalità pakistana. La versione di Aedis raccontò che un giorno tre ragazzi pakistani, inseguiti da altrettanti giovani stranieri (secondo gli investigatori si tratterebbe di afghani), avrebbero bussato alla porta della cooperativa per riuscire a sfuggire agli aggressori. La questione, alla fine, si consumò in strada, a pochi metri dalla comunità. Spuntarono due tre coltelli, alcuni bastoni, anche un taglierino. Poco prima la cooperativa Aedis era salita agli onori delle cronache regionali a causa dell'aut aut che il sindaco di Udine, Felice De Toni, aveva inviato ai vertici per quanto riguarda la struttura di viale XXIII marzo. Il primo cittadino aveva emanato un'ordinanza per la sua chiusura, ordinanza poi revocata dal Tar all'inizio di ottobre. Nella notte tra il 30 e il 31 dicembre 2022, nella comunità per minori gestita da Aedis a Pasian di Prato era scoppiato un violento rogo in cui era deceduto un diciassettenne albanese ospite della struttura. Analogo discorso vale per le altre cooperative che ospitano delinquenti vari identificati come presunti minori stranieri non accompagnati ma con casellari giudiziari impressionanti. Un'ospitalità che porta milioni di euro nelle casse delle cooperative che spesso si rivelano essere delle srl a gestione famigliare camuffate da onlus. L'ultimo episodio si è consumato a Udine con un duplice accoltellamento di due ragazzi immigrati nei pressi di via Zanon. Eppure basta vedere lo slogan nell'immagine pubblicata da Michele Lisco, ex candidato alle regionali per il Movimento 5 Stelle, per capire tutto il buonismo che si nascinde dietro il business cattocomunista dell'accoglienza dei profughi: "NO MURI, NO BLOCCHI, NO ACCORDI DISUMANI: NOT MY EUROPE"...Eppure, oggi, per lavorare la cooperativa di Michele Lisco necessita dell'ausilio di un vero e proprio servizio d'ordine di professionisti privato.