Udine è una piccola città dove tutti si conoscono; oggi la città si è ritrovata per il funerale di un amico morto prematuramente. La cerimonia era stata annunciata da giorni sul quotidiano locale e presso il comando della Polizia Municipale. Il sagrato del Duomo era affollato da famiglie, amici, uomini, donne e bambini che attendevano la salma per l'ultimo saluto. Qualunque sindaco credente, serio, rispettoso, avrebbe evitato che in concomitanza si tenesse il mercato; sarebbe bastato spostarlo di qualche metro in una città ormai deserta a causa della sua chiusura al traffico. Invece sembrava una grande fiera con bancarelle di ogni genere, dalla frutta al pesce, dai formaggi alle piante, dagli asparagi di Bibione all'abbigliamento. Nel silenzio composto del dolore della famiglia le uniche urla che si sentivano erano quelle di richiamo degli innocenti pescivendoli ignari della cornice in cui erano stati collocati. Ogni morte va rispettata, ogni persona ha uguale diritti davanti alla morte. Invece solo poche settimane fa il sindaco fece chiudere Piazza Duomo per una cerimonia civile in memoria di un grande imprenditore ma in assenza della sua salma. Oggi, in presenza di un funerale vero, di un grande professionista, il sindaco ha ritenuto normale mantenere il caos del mercato.