Che lo Chef Emanuele Scarello sia un fuori classe in cucina è una certezza assoluta; che l'imprenditore Scarello ci abbia detto un paio di cose non totalmente vere è un'altra certezza. Così, dopo averlo incontrato nella sua Blu-Room e avergli chiesto un'intervista, circa un mese fa, ci rispose che tutta la comunicazione e le interviste dei suoi locali dovevano passavare rigorosamente da un severo ufficio stampa. Ci ricordiamo ancora le parole quando obiettò alla nostra osservazione sui prezzi cari e ci rispose che erano "costosi" ma la qualità della cucina e dei suoi prodotti lo imponevano. Gli credemmo. Oggi, in un quotidiano locale, su un inserto dal titolo "Alla scoperta dei sapori" introdotto dal Premio Nonino Angelo Floramo, accanto ad un'intervista al manager dei vini di Leone Alato (noi non conosciamo questa cantina) appare un'intervista proprio allo chef Emanuele Scarello a firma Oscar D'Agostino. Scarello dichiara letteralmente in un suo virgolettato: "Facciamo la Panade: Una minestra di recupero, che utilizza il pane vecchio. Io ci metto una caposanta e poi la lavoriamo con la parte frammentata, perchè la capasanta è dolce e ho bisogno di verticalità. Sono goloso di musetto, brovada e salame, ma guardo avanti". E poi: "Mia mamma fa gnocchi leggeri come nuvole. Cosa c'è di più semplice di una patata?" Godia è considerata la "capitale della patata". Infine, "sono molto attratto dal mondo marino, che è una bella sfida: nei miei piatti utilizzo spesso le alghe, ma mi piace lavorare anche i legumi. In questo settore c'è ancora molto spazio per fare ricerca". Scarello (vedi foto) è testimonial della campagna IO SONO FRIULI VENEZIA GIULIA.