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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

MINACCE ALLA COLLEGA DI RETE4: IL SILENZIO OMERTOSO DELLE ISTITUZIONI FRIULANE

“Sono sconvolta da tutta l’odio che le persone mi stanno vomitando addosso – racconta l’inviata di Fuori dal Coro, Serenella Bettin -. Il mio intento era semplicemente quello di fotografare quel preciso momento che io e la troupe stavamo vivendo, lungi da me giudicare o, ancora peggio, denigrare un popolo che io frequento da sempre e verso il quale provo stima”. Un gruppo di friulani ben identificabili per chi vive a Udine, non ha preso bene le parole della Bettin, sparando un fuoco di offese dai toni minacciosi e volgari. “Le mie origini venete di certo non si discostano di molto da questa realtà, proprio per questo non riesco davvero a capire quale sia stato il concetto che ha cosi infastidito tutte quelle persone che, ad oggi, continuano ad insultarmi pesantemente, sia nei miei profili social sia in privato, arrivando addirittura a minacciarmi di morte” spiega la giornalista di Rete 4.  "Evidentemente, come mi ha scritto qualcuno, ho toccato un nervo scoperto e da qui apriti cielo. Ho ricevuto insulti di ogni tipo, alcuni anche molto volgari, che sebbene io abbia un linguaggio e una scrittura colorata, credetemi faccio fatica a ripetere. In Friuli ci sono stata diverse volte, e sono stata sempre bene, e mai mi sarei aspettata un trattamento del genere. Anche perché ripeto: lungi da me dal voler screditare un popolo. Ma la mia buona fede corre meno veloce della cattiveria delle persone. Qualcuno mi ha addirittura scritto: “chissà che ti venga il cancro”. Nel mio post non ho mai pronunciato le parole “alcolizzati” “ubriaconi” e quant’altro, e sebbene sia un post abbastanza colorato, nel mentre lo scrivevo quelle parole che voi avete usato, io non le ho nemmeno mai pensate. Mi sono state messe in bocca. Senza volerle dire. Ho fatto molta fatica a far parlare di certe cose, a recuperare informazioni; quella gente che non voleva parlare per paura, poi non ha pensato mezzo secondo a offendere e insultare una donna solo per aver dipinto un quadro colorato di una bella città come Udine. Evidentemente, quando si tratta di esporsi per parlare di problemi ben più gravi, hanno tutti paura, invece dietro a uno schermo diventano tutti leoni da tastiera". Ma, se gli insulti e le minacce di qualche ignorante maleducato possono essere dimenticate ciò che stupiscono sono le parole di alcuni colleghi nostrani della stampa piuttosto che di amministratori o ex amministratori locali. Così, l'ex caporedattore Rai friulano, Marco Buzziolo, scrive alla Bettin: "Talvolta bisogna capire quando si è sbagliato. E non insistere nell’errore. Hai sbagliato. Te lo dico da ex caporedattore. Non da friulano di cromosomi trevigiani. Parlo del punto di vista professionale. Hai “pisciato”, per usare un tuo vocabolo, fuori del vaso". Che poi continua e rincara: " Il mio accenno al mestiere che ho fatto era solo per dire che non parli con uno che non sa di cosa discute. Allora sarò esplicito! Hai scritto una cagata!  Insomma, se vuoi la mia opinione (che ti fornisco anche se non la vuoi ed usando la terminologia terra terra che esibisci nel tuo post) hai scritto un pezzo del cazzo! Fatto alla pene di segugio! O “ad mentula canis” se preferisci una terminologia più ricercata! E mi permetto di aggiungere, concludendo, che se chi legge non capisce, la colpa è sempre di chi ha scritto e mai del lettore! Questa è la prima regola del nostro mestiere! Nel quale manifesti ancora qualche lacuna. Soprattutto nel settore “umiltà”! Fra i pochi commenti a difesa della giornalista appare quello del gestore della Pizzeria di Piazza Primo Maggio, Gino Palumbo, noto locale di ritrovo udinese: "Purtroppo la cosa che ti è accaduta non mi trova sorpreso. Abito in Friuli da 27 anni e ancora oggi sento dire della mia regione di nascita,la Campania,che siamo camorristi, nullafacenti, pizza, spaghetti, mandolino e cocaina. Io li ascolto,provo a dire la mia,poi soccombo. Loro hanno sempre ragione, Poi dici di loro qualcosa ed eccoti qua, apriti cielo. Scomodarono la regione per chiedere le scuse ufficiali del personaggio sopracitato. Non ci potrà mai essere crescita per un popolo che parla solo ed ancora del 1976,forse perché sono nato in quell’anno". Tipicamente friulanista progressista sono le parole di Margherita Meggy Timeus, con la scritta VERITA' PER REGENI stampata sulla foto del proprio profilo social: "Disamina impeccabile quella di Buzziol   a cui aggiungere solo, a mia sensibilità, l'incredibile stereotipo (appioppato in maniera altrettanto arbitraria, e per me inconcepibile nel 2024) di "donna che beve sola al bar" uguale "affogare nell'alcol problemi quasi certamente di cuore" (e magari quella poveraccia, resa peraltro abbastanza riconoscibile nel contesto di una piccola cittá, stava solo giocando a Candy Crush aspettando che un'amica uscisse dal lavoro...)". Ipocrisia e faziosità di una certa sinistra udinese che trova esempio nella pagina Facebook del Comune di Udine che fra tante sigle di movimenti politici di sinistra commemora la festa della donna senza che il sindaco Alberto Felice De Toni abbia speso una sola parola di scuse se non per le offese almeno per le minacce di morte (vedi foto) inviate alla hiornalista Serenella Bettin. Stranamente per molto meno il sindaco di Udine e la sua giunta sentirono il bisogno di scusarsi offrendo la cittadinanza onoraria di Udine al portiere del Milan vittima di due insulti isolati lanciato da un paio di "ubriachi" della Curva Nord. Nessuna minaccia di morte in quel caso ma solo uno dei tanti insulti infelici tipici dei novanti minuti in uno Stadio. Da notare che il signor Comiss*,responsabile dell'invio del messaggio whatsapp alla collega, ad oggi, non appare ancora nemmeno attenzionato dalle forze dell'ordine.


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