Da alcuni giorni a questa parte il mainstream spara a zero sul generale Roberto Vannacci accusato di un presunto peculato di 9mila euro legato all'utilizzo dell'auto di servizio e a rimborsi per un paio di cene. Ma quante cene istituzionali si possono pagare con la somma di 9mila euro aggiungendo anche i costi dell'utilizzo dell'auto? Notizie che escono da possibili soffiate di ambienti legati al Ministero della Difesa guidato dal Ministro Guido Crosetto (Fdi). Eppure il ricco esponente di Fratelli di Italia dimentica il contenuto di una sua intervista di pochi mesi fa con cui assolveva la collega Santanchè per inchieste di milioni di euro. “Da qualche parte, purtroppo, c’è un dossier (quasi sempre inventato) che aspetta chiunque in Italia abbia un po’ di potere”. A chi si riferisce, o meglio chi vuole avvertire il ministro della Difesa Guido Crosetto quando – per rispondere al caso della collega Daniela Santanchè – scandisce queste parole in un’intervista al Corriere della Sera? Chi è il destinatario di questo messaggio che suona come un suggerimento ma sembra nascondere un avvertimento? I magistrati, i giornalisti, i partiti di opposizione? Il ministro – alto dirigente di Fratelli d’Italia e figura molto vicina a quella del presidente del Consiglio Giorgia Meloni – evoca dossier con elementi che “un giornalista pur bravo non può avere”, fa riferimento a “pezzi di istituzioni” che attraverso “dossieraggi” mettono insieme un “sistema per far male al governo“, richiama alla necessità di “controlli, blocchi, regole ferree” per chi “ha potere di entrare nella vita delle persone”. Non pare ci sia il dubbio del fraintendimento perché Crosetto al momento non ha smentito. “Anche stavolta – spiega – ho la netta impressione che una parte di soggetti istituzionali che dovrebbero occuparsi d’altro, utilizzino tivù e giornali con fini ben precisi. E agli sciacalli dico: stiano attenti, perché da qualche parte c’è un dossier che aspetta anche voi…”.