Il sindaco Alberto Felice De Toni è riuscito a battere il record di impopolarità detenuto dal suo predecessore Pietro Fontanini. Da ieri la sua credibilità politica è letteralmente crollata esponendo l'intera città di Udine ad una pessima figura internazionale. Che due ubriachi insultino durante una partita di calcio il portiere della squadra avversaria, sebbene non sia un bel gesto, non stupisce certamente; ciò che, invece, stupisce, è che un sindaco sobrio offra la cittadinanza onoraria ad una persona vittima di insulti razzisti e poi non la conferisca. Il vice sindaco Venanzi, ieri, era assente, il fido assessore ai servizi sociali Stefano Gasparin ridacchiava sotto i baffi e il mentore del primo cittadino, Alessandro Colautti, è stato bersagliato dalle donne dell'opposizione. De Toni invece di stampare zainetti happy Sindic e pensare di aver vinto grazie ai voti dell'Anpi e dell'Arcigay avrebbe dovuto capire il carattere degli udinesi e non deludere una città che veniva già da una pessima amministrazione. De Toni ha selto di non avere un capo gabinetto, ha assunto un ragazzino con l'incarico di pr come in discoteca e ha nominato coordinatore della sua lista civica un ex consigliere regionale dell'Udc di fuori città. Se vuole almeno salvare il suo onore si dimetta prima che lo facciano dimettere i suoi stessi alleati.