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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

FATTI E RIFATTI: OGNUNO SCEGLIE I PROPRI COMPAGNI DI VIAGGIO

“Ci sono molteplici profili di criticità evidenziati dai ricorrenti e della procura che allo stato merita un approfondimento istruttorio in relazione al sospetto della violazione da parte degli amministratori dei propri doveri". Violazione “idonea a compromettere il corretto dirigente esercizio dell'attività di gestione e di controllo dell'impresa nell'interesse sociale tale da determinare pericolo di danno per la società amministrata”. Il tribunale civile di Milano, presieduto dal giudice Amina Simonetti, ha ordinato un'ispezione giudiziale sull'amministrazione di Visibilia Editore, presieduta fino al gennaio 2022 dal ministro del turismo Daniela Santanchè. Il tribunale accoglie così la richiesta della Procura, con il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Maria Giuseppina Gravina, e del gruppo di soci di minoranza, assistiti dall’avvocato Antonio Piantadosi, che avevano intentato la causa civile contro gli ex amministratori della  società tra società, tra cui Dimitri Kunz e Fiorella Garnero, rispettivamente compagno e sorella della ministra del Turismo, e anche contro il nuovo cda, presieduto da fine agosto da Giuseppe Vadalà Bertini, subentrato a Luca Ruffino, morto suicida il 5 agosto. Nell’esposto i soci di minoranza lamentano la cattiva gestione della società in cui avevano investito e un conseguente deupaperamento del proprio investimento, con il crollo del valore delle quote a seguito delle scelte gestionali del management. Per il tribunale, l’istruttoria fin qui svolta, con la documentazione fornita dai soci di minoranza e con l’attività di indagine della procura, ha fornito “elementi sufficienti per ritenere superata la soglia del mero generico sospetto”. Questo perché, scrive il tribunale, sussistono “preoccupanti argomenti di prova che necessitano di un'ulteriore approfondimento anche di natura probatoria”. Per questo si rende necessaria l’ispezione, con la nomina della commercialista Daniela Maria Ausilia Ortelli, che dovrà dare entro il 31 gennaio 2024 una risposta a una dettagliata serie di quesiti. Con l'ispezione, scrivono i giudici, si dovrà verificare "la correttezza della predisposizione del bilancio di esercizio 2022 e della semestrale 2023 sul presupposto della continuità aziendale, considerando la voce avviamento e la voce crediti per imposte anticipate per euro 128.822", nonché "le criticità all'epoca in vigore". Per il tribunale, infatti, "il nuovo organo gestorio di Visbilia Editore non può dirsi si sia posto in decisa discontinuità con il precedente consiglio di amministrazione". Verifiche vengono richieste anche sul piano industriale tracciato per il futuro. Da approfondire infatti c’è "l'andamento attuale della società anche in relazione agli obiettivi del business plan 2023-2025 predisposto da Epyone, la coerenza delle iniziative dell'organo di amministrazione rispetto al Bp 2023-2025, l'adeguatezza alla natura dell'attività di impresa e della società quotata degli assetti organizzativi contabili, amministrativi". Accertamenti che il tribunale definisce “indispensabili”. Il tribunale chiede di far luce anche sulla "utilità della revoca della sospensione del Poc cum warrant deciso da ultimo dal Consiglio di amministrazione". Si tratta del ritorno al “Prestito Obbligatorio Convertibile cum warrant” del fondo Negma (comunicato nell’ultima udienza dalla società ai giudici), che già aveva finanziato Visibilia e di cui era stata decisa la sospensione dell’ultima tranche di pagamento. Proprio Negma, il fondo di investimenti con sede a Dubai che ha garantito milioni di euro a Visibilia editore e alle altre tre società in difficoltà della ministra del Turismo (oltre Visibilia anche Ki group e Bioera), è al centro dell’esposto dei soci di minoranza costituti nella causa civile. Il fondo ha finanziato con tre milioni Visibilia, dando una decisiva boccata d’ossigeno alla società, attraverso obbligazioni che Negma ha trasformato in azioni, poi vendute e riacquistate più volte. Operazioni che hanno portato al crollo del titolo fino al 98 per cento, e a una plusvalenza per Negma di 600 mila euro in pochi mesi. A perderci, soltanto i piccoli azionisti che si sono ritrovati con azioni prive di valore. Sul fondo indaga anche il pm Paolo Filippini, con il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, in un fascicolo al momento senza indagati per aggiotaggio e manipolazione del mercato. Ultimo punto su cui dovrà dare una risposta l’ispezione è “il rispetto del piano di rientro da parte delle debitrici Visibilia Concessionaria srl e di Visibilia srl in liquidazione con indicazione dell'eventuale scaduto del debito di Visibilia Concessionaria srl".

 

 

 

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