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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

MONOPOLIO DELL'INFORMAZIONE VUOL DIRE BAVAGLIO

La Banca di Italia ha dato il via libera alla Finint Infrastrutture di Enrico Marchi per completare la scalata della Save, il gruppo aeroportuale che controlla gli scali di Venezia, Brescia, Verona e Charleroi. Il promo obiettivo è la stessa Save di cui Marchi è presidente e detiene il 12%; l'operazione dovrebbe richiedere circa 600 milioni e si renderebbe possibile tramite un accordo con il colosso australiano Ifm, già presente in Italia nella Holding San Quirico della famiglia Garrone e nel capitale dell'Autostrada Brebemi. All'affare Save potrebbe aggiungersi la concessione per l'autostrada Brescia Padova, oggi in capo ad Abertis del gruppo Mundys, in scadenza nel 2026. Alcuni mesi fa Enrico Marchi ha arruolato come consulente per i rapporti istituzionali di Save e Finint l'ex ministro del M5S, Federico D'Incà e sta continuando a raccogliere quote per completare la cordata di imprenditori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia che sta rilevando le sei testate locali del Nord Est messe in vendita dal Gruppo Gedi. La Fondazione Cariverona ("affine" di Unicredit) presieduta da Alessandro Mazzucco è in procinto di entrare nella società editoriale di Marchi che comprende anche la società televisiva Videomedia di Confindustria Vicenza, presieduta da Robero Spezzapria. Attenzione anche ad un possibile aumento di capitale dell'aereoporto Catullo di Verona in cui gli stessi Enrico Marchi e Alessandro Mazzucco sono attori di rilievo. Una nota della Fondazione fa sapere che l'investimento è comunque limitato, nelle misure proprie per una fondazione bancaria lontano dai 7 milioni messi da Cariverona in primavera nell'aumento di capitale per sostenere la Fiera di Verona. Allo stesso tempo Cariverona sta valuntando anche l'ingresso in Athesis la società editrice di Arena e Giornale di Vicenza che ha in parallelo a Nem l'acquisto sempre da Gedi della Gazzetta di Mantova. Il vero rischio della cordata editoriale è quello di ritrovarsi senza cavalli di razza in grado di richiamare con il proprio nome o con le proprie inchieste lettori sempre più distanti dal mainstream e di dover cedere il passo all'informazione online.

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