"La corsa degli asini di Fagagna è una manifestazione antica che attraversa tre secoli della nostra regione e ancora si rinnova con lo stesso fascino, arricchendo l'offerta culturale e turistica del Friuli Venezia Giulia. In questa giornata il paese di Fagagna solo apparentemente si divide in borghi, ma in realtà ritrova l'unità della propria comunità che si riunisce, senza lasciare nessuno indietro, per una giornata di festa dedicata a un animale molto amato e affascinante". È questo il pensiero espresso dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega a Cultura e sport Mario Anzil (Fdi) a margine della Corsa degli asini di Fagagna, manifestazione nata nel lontano 1891 e giunta alla 133esima edizione. Protagonisti della manifestazione, la quale si svolge nella piazza trasformata per l'occasione in ippodromo con tanto di tribune gremite, sono gli asini, con al seguito carretto e fantini, che si sfidano con il metodo delle batterie fino alla competizione finale, sotto lo sguardo attento della giuria che regola lo svolgimento della gara attorno alla figura storica del "mossiere". Anzil ha osservato che "la comunità di Fagagna ha saputo coltivare nel tempo questa bella tradizione e trasformarla, senza snaturarla, in una manifestazione capace di attrarre moltissimi visitatori anche da fuori regione. L'auspicio è quindi che questa gara antica prosegua lungo il sentiero tracciato anche in futuro e in tal senso è molto positiva la presenza di tanti giovani, che sicuramente sapranno onorare questa responsabilità, come è sempre avvenuto". All'evento hanno partecipato numerosi rappresentanti istituzionali, oltre ad Anzil e al sindaco del Comune di Fagagna Daniele Chiarvesio. E' stato chiesto a Nadia Zurlo, Responsabile Area Equidi della Lav, di spiegarci nel dettaglio quello che subiscono gli asini coinvolti nelle corse: "Il primo diritto leso è quello della libertà. Questi animali vengono fatti nascere in modo forzato e obbligati a svolgere un'attività che non è nella loro natura, cioè quella di gareggiare per sport. Non solo ma gli asini, a differenza dei cavalli, non vengono addestrati a correre il palio durante l'anno: si tratta infatti di animali affittati di allevatori della zona e poi costretti a partecipare alle gare di paese. È per questo che oppongono una fiera resistenza, più dei cavalli. Ed è anche la ragione per cui riceveranno più sollecitazioni da parte del fantino: spinte, calci e redini tirate affinché arrivino al traguardo. In più, trattandosi di eventi amatoriali all'interno di feste di paese, i cavalieri non sono professionisti. Questo provoca a volte abbinamenti sbagliati, come uomini troppo grossi su animali minuti. Nel 2009 è stata emessa un'ordinanza del Ministero della Salute , poi modificata e continuamente prorogata, che è anche l'unica forma di legislazione che regola questi eventi con corse di equidi organizzate da comuni e privati. Uno degli obblighi più importanti che fissa la norma è quello di integrare la commissione di vigilanza della manifestazione con un tecnico del fondo. Questa figura ha il compito di valutare la relazione tecnica presentata dagli organizzatori, di fornire prescrizioni riguardo la sicurezza e di effettuare un sopralluogo della pista per accertarsi che sia coperta da selciato.
Questo tipo di terreno serve a minimizzare il rischio di cadute per l'animale, che devono inoltre essere attutite per mezzo di paratie. Quello che però abbiamo scoperto, facendo richiesta di accesso agli atti, è che molti comuni non prevedono la nomina di nessun tecnico del fondo e infatti le corse si svolgono direttamente sull'asfalto.
Il problema è che siamo abituati a considerare solo la sofferenza fisica dell'animale, ma non rendiamo conto del trauma psicologico che un asino vive quando viene separato dal branco (si tratta di animali con un forte istinto del gruppo), trasportato fino alla pista, costretto a correre fra le grida del pubblico e i calci del fantino e poi riportato a casa". Ancora una volta, il coordinatore regionale di Fdi, Walter Rizzetto, che si vanta di essere animalista e vice presidente dell'intergruppo animalista parlamentare guidato da Michela Brambilla non fa una figura molto coerente a inviare il suo vice governatore.