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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

MARA PICCIN: FEDRIGA COLLOCA INDAGATA PER SPESE PAZZE NELL'UFFICIO DI GABINETTO

Se fate caso esiste una grande somiglianza fra noto detto del marchese Del Grillo "Io sono io e voi non siete un cazzo" e quello coniato da Promoturismo Fvg "Io sono Friuli Venezia Giulia". Infatti tutto quello che non verrebbe mai concesso ad un comune cittadino per la casta regionale è permesso. Pensiamo al caso dell'ex consgliere regionale leghista (oggi in Forza Italia) Mara Piccin finita nel calderone delle spese pazze fra Procure e Corte dei Conti. Dall'inizio della vicenda è riuscita a terminare le tre legislature maturando anche una buona uscita di oltre 120mila euro e adesso è stata reintegrata come dipendente regionale nell'ufficio di rappresentanza del Gabinetto della Regione Fvg; per di più nella sede di Pordenone, vicino casa. Prima consulente contabile. E poi ospite nella stessa stanza d’albergo dell’allora capogruppo regionale della Lega Nord Mara Piccin. Paolo Iuri, elicotterista, vide il suo nome comparire un paio di volte nell’elenco delle “spese pazze” di Palazzo al centro dell’inchiesta del pm Federico Frezza. Il 10 agosto 2011 l’elicotterista fu ospitato - a spese della Regione - nella stanza di Piccin all’hotel Olivedo sul lago di Como. La fattura di 100 euro inizialmente intestata a Iuri, come ebbero modo di accertare i finanzieri, fu annullata e sostituita con un’altra a nome della capogruppo leghista: fattura rimborsata con i fondi pubblici. Un anno prima, il 28 agosto 2010, Piccin invece versò a Iuri, secondo i documenti acquisiti durante le perquisizioni, la somma di 5mila euro per consulenze contabili: somma, anche questa, rimborsata come spesa di rappresentanza. Gli alberghi oltre a quello sul lago di Como: il 18 dicembre 2009 la capogruppo del Carroccio pagò una fattura di 98 euro per aver pernottato “Alla Posta” e il 17 dicembre 2010 ne pagò un’altra di 90 euro per lo stesso motivo. Poi l’auto: il 10 ottobre 2009 acquistò un navigatore satellitare del prezzo di 890 euro da Biason Auto. Ma non è finita. Mara Piccin chiese e ottenne rimborsi per le sue “spese minute” che proprio “minute” non furono: il 2 marzo 2010 presentò una ricevuta di 2.026 euro e il 28 aprile 2010 un’altra di 2.189. Il 3 marzo 2010, invece, chiese e riscosse 2.026 euro per le sue “spese personali”. Più di 6mila euro uscirono dalle casse regionali senza una ragione chiara.

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