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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

RIFIUTI E MESSA IN SICUREZZA OBBLIGATORIA: PASIAN DI PRATO COME TORRE DEL GRECO

Sono almeno una decina le strutture fatiscenti (vedi foto), fra pubbliche e private, che potrebbero, parzialmente, crollare da un momento all'altro o arrecare gravi danni alle persone. In passato si sono verificati casi di incendi dolosi e colposi, sono stati fermati clandestini o tossicodipendenti, sono stati teatro di aggressioni, fuga di radon e hanno comportato seri rischi per i minori. Non solo; fra un esposto e l'altro alla Polizia Locale e ai Vigili del Fuoco gli interventi registrati sono stati pochissimi, in oltre 15 anni. Non parliamo del lontano Sud ma dell'immediata periferia di Udine, Pasian di Prato; in questo comune hanno sede prestigiose società fra cui la Sereni Orizzonti e Ideal Service Coop e vi abitano molte famiglie bene che di giorno frequentano il centro di Udine. Che ci sia qualcosa che non va lo si è capito subito quando un giornalista del Corsaro della Sera assieme al fotografo sono stati bloccati e quasi aggrediti da alcuni personaggi che trasportavano materiale in una strada privata dietro l'ex asilo nido di Santa Caterina, anche esso considerato luogo a rischio per le esalazioni di Radon. Eppure la legge in materia è molto severa. Se il proprietario di un edificio pericolante o che minaccia rovina non esegue a propria cura e spese interventi di messa in sicurezza per evitare danni alle persone, dopo avvertimento del Comune scatta la condanna penale. Lo ha spiegato di recente la Cassazione, che con la sentenza 25176/2021 ha respinto il ricorso e confermato la condanna di due comproprietari di un edificio alla pena di 2400 euro di multa per violazione dell’art. 677 del Codice penale (“Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina”). Il principio riguarda, e quindi può essere esteso, anche gli edifici in condominio oltre agli immobili indipendenti. Nel caso in questione, i due proprietari di un edificio in rovina non avevano ottemperato all’ordinanza sindacale, emessa per ragioni di sicurezza pubblica, che chiedeva di realizzare, a loro spese ed entro un termine stabilito, le opere indispensabili alla messa in sicurezza dell’immobile, che per le condizioni in cui versava poteva arrecare pericolo alle persone. La mancata manutenzione dell’immobile, protratta nel tempo, aveva causato la caduta delle tegole su una strada pubblica e nel fondo confinante abitato da un altro nucleo familiare, quindi secondo il Comune il rischio che una pluralità di persone subissero conseguenze alla loro integrità fisica era concreto ed effettivo. Inoltre, un agente della Polizia Municipale aveva documentato con fotografie (allegate poi alla relazione di servizio) la caduta di tegole e pezzi di legno in strada e all’interno del cortile del vicino richiedente l’intervento. I proprietari sostenevano invece che l’immobile – che a loro avviso si trova a distanza elevata dalle altre costruzioni – non versasse in stato di abbandono e che, nel corso degli anni, erano state eseguite opere di messa in sicurezza. Secondo loro, inoltre, la multa era troppo alta perché non teneva conto della limitata gravità del reato né del criterio che impone al giudice di valutare le condizioni economiche del responsabile. Per questo avevano proceduto al ricorso. Ricorso che però è stato definitivamente respinto dalla Cassazione, che ha spiegato che il livello di pericolo per le persone esclude che il reato possa essere considerato lieve, ritenendo congrua la scelta del Tribunale di irrogare una pena solo pecuniaria (invece che detentiva), e comunque nettamente inferiore al massimo edittale (euro 10.000,00 ex art. 26 codice penale). In definitiva, la Cassazione ha confermato la condanna dei due proprietari al pagamento delle spese del procedimento e – per i profili di colpa correlati all’irritualità dell’impugnazione (C. Cost. n. 186 del 2000) – di ulteriori 3 mila euro in favore della cassa delle ammende. Dal 2014 a oggi, in Italia, risultano eseguite il 35,6% delle ordinanze di demolizione emesse, ovvero ne mancano all’appello oltre l’80%, scrive nel dossier Legambiente. In Friuli Venezia Giulia neo sono state abbattute il 65.1%. Sul Prossimo numero un dossier molto dettagliato su Pasian di Prato e sui tanti richiesti tramite i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale dalla cittadinanza ma mai portati a termine. Fra gli assessori della giunta comunale figura anche il vice sindaco leghista Ivan Del Forno, collaboratore dell'assessore regionale alle finanze Barbara Zilli e l'ex consigliere regionale Lorenzo Tosolini, già sindaco e a lungo responsabile dei padani per la tematica dei rifiuti. Secondo i carabinieri sono stati più volte segnalati casi di discariche abusive.

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