Collegandosi al sito dell'agenzia Unidea, appare in prima pagina la filosofia/brand della società a cui il candidato sindaco del centrosinistra udinese, Alberto Felice De Toni, ha affidato la sua comunicazione elettorale: "L'agenzia è morta. Unidea è più viva che mai. Al pari di un camaleonte, la nostra è una visione a 360°. Se fossimo agricoltori, la nostra sarebbe una policoltura". Andando poi a visitare la pagina dei Progetti Unidea si evince facilmente che la società è specializzata in "Food, Turismo e Design"; a questo punto appare evidente la ragione per cui il nome di De Toni è sempre meno presente nella mente degli elettori udinesi (ad oggi, non è stato affisso neppure un manifesto o creato un brand). A tutto si aggiunga l'età avanzata e il lungo periodo di parcheggio da ogni forma di attivismo dello spin doctor prescelto, l'ex Pci Ferdinando Milano. Ridotta a solo quattro liste, la corazzata che avrebbe voluto scegliere il nome del candidato sindaco tramite le primarie di coalizione, inizia a mostrare i primi segni di debolezza interna fra le presunte forze civiche: tutte assieme riusciranno a stento a dar vita alla Psyco Civica dell'ex rettore. E' per questo che Alessandro Venanzi (Pd), ha chiesto che nella coalizione ci siano almeno due liste civiche e, in particolar modo, ha invitato il suo alleato/rivale, Federico Pirone, riferimento cittadino di Massimo Moretuzzo, a dar vita alla lista del Patto per le Autonomie, dove confluirebbe anche Simona Liguori di Civica Fvg. La situazione non è più tranquilla nella quarta gamba della coalizione, ossia in Alleanza Verdi Sinistra, dove le continue intromissioni, senza titolo, sulla stampa di Andrea Sandra avrebbero fatto innervosire il trio regionale Andrian, Di Lenardo e Badin. E' per questo che venerdì sera, il capogruppo alla Camera del Pd, Debora Serracchiani, fra i fautori della candidatura di De Toni ha telefonato all'ex rettore, oggi residente a Tricesimo, cazziandolo duramente per la sua totale immobilità e incapacità comunicativa.