Il leghista pensionato e plurivitaliziato la cui moglie ieri in udienza ha affermato di attendere il marito nella stanza della segretaria Patrizia come fanno tutti i cittadini che desiderano parlare con il sindaco, lavora ad una civica con gli scarti della politica. Si affida così a Paolo Pizzocaro, Gianni Croatto e Giulia Manzan. Il 10 luglio 2018 sulla stampa locale e sui social apparve una vignetta, ben presto diventata virale, dedicata al tradimento del sindaco Fontanini verso i commercianti di via Mercatovecchio che, in campagna elettorale, avevano ricevuto la promessa della riapertura al traffico della principale arteria cittadina. Nella foto, la "vignetta" dedicata al presidente dell’associazione Amici di Mercatovecchio, Gianni Croatto e al sindaco Pietro Fontanini. Li ritrae in un bar del centro mentre bevono un calice di vino. Croatto – dipinto fino a quel momento come l’assessore ombra – invitava il primo cittadino a provare la riapertura al traffico almeno per otto mesi. Fontanini preferì allinearsi al prgramma di Honsell. Il 28 novembre 2019 alle ore 12.30, il messo comunale consegnò a Paolo Pizzocaro e Daniela Perissutti la revoca delle rispettive deleghe: i due assessori furono escusi dalla giunta per fare posto ad Antonio Falcone (Progetto Fvg) e Giulia Manzan (Ar). Particolarmente deluso Paolo Pizzocaro, comunicò alla stampa di essere stato informato della revoca solo tramite messo e non direttamente dal sindaco. In difesa di Perissutti, invece, si schierò il marito Stefano Salmè che dichiarò: "La lunga carriera del sindaco viene macchiata dall'onta del tradimento; dopo essere stati determinanti per la sua vittoria, veniamo scaricati. Il sindaco ha tradito la parola data ai nostri elettori, come un piccolo Badoglio. Fontanini faccia un gesto di dignità politica e personale e si dimetta". Il rimpasto mise fine alle lunghe trattative e agli scontri che si erano consumati all’interno della maggioranza e che costrinsero Fontanini a modificare l’assetto dell’esecutivo. Nella lettera per la revoca dell’incarico inviata mercoledì 27 novembre ai due ex assessori il primo cittadino infatti scrisse che il cambio si è reso necessario "al fine di assicurare la coesione e l’unità di indirizzo della giunta per garantire la possibilità di perseguire con piena efficienza ed operatività il programma politico da realizzare nel corso del mandato". Immediata la replice di Pizzocaro: "Da parte del sindaco non c’è stata alcuna sensibilità. Io ho fatto per 40 anni il manager in giro per il mondo e quando mi sono trovato di fronte a decisioni spiacevoli le ho sempre comunicate di persona ai diretti interessati guardandoli negli occhi. Penso sia una forma di rispetto che vale più delle motivazioni politiche o economiche. Personalmente continuerò a lavorare cercando di portare avanti la politica del fare e non quella delle poltrone". Il 31 marzo 2020 Ar chiese meno restrizioni per le zone rurali e montane, ma il consigliere comunale del Gruppo misto, Paolo Pizzocaro criticò pesantemente l’assessore Giulia Manzan (che lo sostituì in giunta) secondo la quale, anche tenuto conto del fatto che in Friuli la maggior parte dei cittadini rispetta le regole, sarebbe opportuno concedere ai cittadini di queste aree la possibilità di recarsi nell’orto, nei campi o nei boschi anche se non vicini a casa. Una posizione che secondo Pizzocaro, eletto proprio nelle fila di Ar e poi allontanato dal movimento e di conseguenza dalla giunta, "può andar bene a livello istituzionale se formulata nella sua veste di segretaria generale del gruppo di Ar, ma che in ogni caso va contro le disposizioni che prevedono norme restrittive per tutti e senza privilegi per nessuno. Inoltre – spiegò – ciò metterebbe gli altri abitanti del Fvg a rimanere soggetti ai disagi e alle restrizioni che fino a oggi hanno accettato senza discussione. Un assessore ha il dovere di far rispettare le regole che salvaguardano il benessere e la salute e mi auguro che il sindaco Fontanini abbia l’accortezza di richiamare al buon senso il suo assessore". Per oltre un anno Pizzocaro mantenne una posizione molto critica verso Giulia Manzan, ossia verso colei che pur non essendo stata candidata alle comunali di Udine e pur non essendo neppure residente ottenne la poltrona che Pizzocaro si era meritato ottenendo 203 preferenze personali su un totale di soli 1194 voti di lista. Nella lista di Renzo Tondo venne eletto anche il consigliere comunale Marco Valentini con 90 preferenze, poi passato nel gruppo di Fdi; a fare un vero e proprio flop fu invece il coordinatore cittadino di Ar, Sandro Bassi, che si fermò a 35 voti. Stupisce che Gianni Croatto abbia finito per seguire le orme di un altro suo collega ora in giunta, cioè anteporre i propri interessi a quelli dei commercianti trascurati e umiliati da Fontanini. Si contano oramai a decina le attività commerciali del solo centro storico definitivamente chiuse.