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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

DESTRA TRADITA: MASSONERIA E OPUS DEI LAVORANO COMPATTE PER DE TONI SINDACO

La commedia pare essere finita e appare evidente l'accordo fra centrodestra e centrosinistra nella spartizione di Regione Fvg e Comune di Udine. Certamente per il centrodestra regionale che comanda, ossia per quello di Trieste e Pordenone, è poca cosa consegnare alla sinistra la città di Udine, dopo averla già umiliata nella recente composizione del governo e del sottogoverno nazionale. Il tutto appare ancora più facile e naturale da comprendere se si pensa che al tavolo degli accordi udinesi non siedono le "volutamente inesistenti" segreterie cittadine, bensì lobbies, obbedienze, categorie economiche e massonerie varie, che consentono comunque di soddisfare i desideri dei soliti potenti. Non è un caso se alcuni democratici locali ci hanno fatto notare la stretta amicizia che lega l'ex capo gabinetto di Debora Serracchini e già stretto collaboratore di Alberto Felice De Toni, Agostino Maio, al vice presidente dell'udinese Calcio, avvocato Stefano Campoccia. I due sono stati visti varie volte assieme non solo durante le partite in casa dell'Udinese Calcio ma anche in varie trasferte. Potrebbe apparire piuttosto ovvio che la società della famiglia Pozzo avrebbe tutto l'interesse ad avere un'amministrazione comunale amica piuttosto che avversaria. Alcuni anni fa, l'allora rettore Alberto Felice De Toni, vicino all'Arcidiocesi friulana tanto da essere stato inserito fra i docenti della Spes, costituì l'associazione Cantiere Friuli che rientrava all’interno del Piano Strategico dell'Ateneo assumendone i macro obiettivi e proponendosi al territorio come agenzia di sviluppo ed esempio di buone pratiche. A farne parte, oltre ad Alberto Felice De Toni, l'attuale rettore Roberto Pinton, il direttore generale dell'Ateneo Massimo Di Silverio, il prof. Mauro Pascolini, consigliere comunale del Pd di Cividale; ma osservando le foto di gruppo del Cantiere (vedi foto) non passa inosservato il cattolicissimo Silvio Brusaferro, attuale presidente dell'Istituto Superiore di Sanità e il professor Paolo Ermano, opinionista del Messaggero Veneto e presidente dell'associazione culturale Illumina, fautore della recente stretta di mano pubblica tra l’ex rettore Alberto Felice De Toni e il capogruppo del Pd, Alessandro Venanzi. In tale sede il professore di economia Paolo Ermano, forte del contributo del dirigente di Palazzo D’Aronco, Lorenzo Agostini, ha illustrato i numeri del Comune per spiegare come vengono spesi i soldi e come migliorare i servizi. Ma, se fin qui abbiamo citato solo nomi e volti del centrosinistra di potere, osservando bene i volti nelle foto possiamo scorgere (vedi foto) anche il governatore Massimiliano Fedriga, la componente della commissione paritetica Elena D'Orlando, il presidente della Camera di Commercio, Giovanni Da Pozzo e il direttore generale di Confindustria Udine, Michele Nencioni. Ecco spiegata la ragione per cui il pensionato e plurivitaliziato Pietro Fontanini, vecchia volpe della politica, ha capito di essere stato isolato da tutti nella battaglia contro De Toni ed ha voluto rinunciare alla ricandidatura definendo Udine una città ingrata. L'ingratitudine citata da Fontanini, tuttavia, non era riferita alla popolazione ma, ovviamente, ai poteri forti udinesi e regionali. Ecco spiegata, anche, la ragione per cui nonostante alcuni eccellenti nomi della società civile abbiano dato ai vertici regionali del centrodestra la disponibilità a candidarsi come sindaco, nessuno di questi ha mai ricevuto garanzie o segnali di interesse. Cronache e letterature si sono sbizzarrite nel cercare di dare forma e sostanza ai poteri forti, muovendo dalle banche alla più generica finanza, dalle organizzazioni di categoria alle lobby di faccendieri e di ex potenti e quant’altro. Ma in questo variegato e diafano mondo di poteri forti, veramente o presunti tali, ce ne sono due che oggi, diversamente dal passato, possono essere identificati nella loro organizzazione, individuati nelle loro componenti soggettive, accertati nella loro operatività e verificati nel raggiungimento degli obiettivi che si prefiggono. In più si differenziano dagli altri per avere fra loro una componente uguale ed opposta, che comunque li accomuna e li rende unici. Una componente uguale, data da un umus di spiritualità che unisce i propri adepti, che vedono il rapporto associativo quale strumento per la realizzazione e la concretizzazione anche di ideali e principi etici, credendo nella centralità dell’uomo e del lavoro. Una componente opposta, data dal credo religioso e dalla dottrina cattolica che caratterizzano una e dal laicismo e l’immanenza che contraddistinguono il sentiment dell’altra. Stiamo parlando dell'Opus Dei e della Massoneria, peraltro la prima spesso definita anche col termine di Massoneria bianca. Resta quindi brutalmente da domandarsi: Opus Dei e Massoneria, muovendo da presupposti opposti, condividono comunque la strumentalità e/o la finalità di introdurre i propri associati nelle alte cariche dello Stato, ai vertici dei grandi gruppi industriali e, più in generale, nei gangli vitali delle istituzioni del nostro Paese? In caso affermativo l'inciucio lobbista per De Toni sindaco non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, alla faccia di quella grande fetta di cittadini (quasi uno su tre) che ha votato per una nuova classe politica di destra.

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