Pietro Fontanini, stamattina, ha deciso di esporsi sul suo futuro ai margini del vernissage dei lavori effettuati in viale Cadore. Ai microfoni di Telefriuli, l'emittente televisiva del suo amico Gianpietro Benedetti, il primo cittadino ha manifestato le sue perplessità riguardo a una nuova candidatura a palazzo D’Aronco. “Udine è una città un po’ difficile, in alcuni momenti anche ingrata. Non so ancora se mi ricandiderò. Mi sento poco motivato, non ho grandi stimoli, perché vedo che Udine a volte fatica a riconoscere ciò che si è fatto”. Comunque nulla di nuovo sul fronte. Il plurivitaliziato e pensionato ha finalmente capito anche lui che gli udinesi non hanno apprezzato l'operato di questa giunta che è sembrata più una sezione di reduci che un gruppo di lavoro. A questo punto il vero pericolo è la possibile avanzata delle zecche che si vedono la strada spianata per la conquista di Palazzo D'Aronco. Una città, quella progettata dalle zecche a misura di profugo dove il business dell'accoglienza possa crescere sempre di più. I nomi dei possibili candidati non mancano e ci sono di tutte le taglie, dalla small con Venanzi, alla medium con Siciliotti e alla large con De Toni. E' ora che Udine torni agli udinesi e i profughi vengano fatti rimpatriare ove possibile, oppure, fatti trasferire in altri centri di accoglienza. Il coordinatore regionale di Fdi Walter Rizzetto di Tricesimo, quello provinciale Gianni Candotto di San Giorgio di Nogaro e il commissario cittadino Paolo Ciani di Buja hanno solo pochi iscritti nel capoluogo friulano e non conoscono nessuno da candidare al posto di Fontanini. La Lega, dopo la figuraccia del plurivitaliziato dovrà fare attenzione a non perdere ulteriori consensi in città e Forza Italia ormai è sparita dalle liste elettorali.