A Buja ci si chiede se sia culturalmente più di sinistra il candidato sindaco Giulia Mattiussi o Elena Lizzi. Da diversi mesi l'eurodeputato Elena Lizzi, è ospite fissa (vedi foto) di un programma radiofonico, che finanzia, sull'emittente Radio Onde Furlane. Già da assessore provinciale alla Cultura e all’Identità, Elena Lizzi, si impegnò a valutare l’esistenza di tutte le possibili condizioni per un intervento economico straordinario a favore dell'emittente radiofonica voce dell'autonomismo di sinistra. Si tratta, infatti, un’emittente comunitaria particolarissima, che si è schierata fin dall’inizio dalla parte del Friuli, dei friulani e soprattutto della lingua friulana. Direttore responsabile è Mauro Missana, curatore anche della programmazione; Carlo Puppo è il presidente di Informazione Friulana, storica cooperativa di sinistra cui fa riferimento l’emittente (la sua attività, fra l’altro, non è certo limitata alla Radio); Paolo Cantarutti è il vicepresidente. Membri del ‘Consei di aministrazion’, della Cooperativa legata all'Arci Fvg, oltre ai citati Puppo, Missana e Cantarutti, sono anche Giorgio Cavallo, ex consigliere regionale di Democrazia Proletaria e Federico Rossi. Fra i programmi di punta c'è ‘Micro Radio/Rainbow Radio’, un documentario radiofonico in dieci puntate dedicato al sistema di protezione dei richiedenti asilo in Friuli, a Cividale e a Tolmezzo, realizzato della Web Radio francese Radio Activité; questa trasmissione, peraltro, fa parte di un più ampio progetto europeo, realizzato dall’emittente parigina con la collaborazione di diverse entità locali (fra queste Onde Furlane) in cui profughi e rifugiati utilizzano direttamente il mezzo radiofonico per raccontare le proprie esperienze. La radio, come racconta il suo stesso sito web, è vista come uno spazio politico, legato agli ambienti della sinistra extraparlamentare che sostenevano l’autonomia e l’indipendenza politica e culturale del Friuli. Da vent'anni ci sono programmi interamente condotti da immigrati. “Mischiarci con l’immigrazione per noi è stato naturale. La radio vuole raccontare la realtà e quando ci siamo chiesti qual era il modo per raccontare le storie degli immigrati, ci è parso normale pensare che fossero proprio loro a mettersi davanti al microfono. In fondo, la radio ha dato voce per la prima volta alla comunità friulana e la stessa cosa ora la fa con gli immigrati” spiega il direttore Mauro Missana.