Il candidato sindaco Alberto Bernava, agitato da alcuni sondaggi che lo danno fanalino di coda, promette sulla stampa locale, di mandere a casa 100 operai. Non lo dice letteralmente ma come suo solito dice altro. “No all’inceneritore” evitando di dire che dietro il progetto di un nuovo impianto ci sono posti di lavoro, famiglie e sviluppo economico. Lui, assistito quotidianamente dall'addetto di segreteria regionale Andrea Bruscia, ama fare l'ambientalista sulla pelle altrui. Ambientalisti a senso unico perché ovviamente non parlano degli altri nuovi insediamenti in zona Ponte Rosso dove la figlia di un ex potente plurivitaliziato è stata assunta. Certamente è facile e divertente presenziare fra le bandiere dei sindacati alle manifestazioni fuori Confindustria Alto Adriatico oppure fra le aziende di Ponte Rosso per bloccare i processi manifatturieri, l'importante per un buon agente assicurativo come lui, è averle assicurate prima. Secondo voci interne al mondo industriale sarebbero diverse le aziende Sanvitesi che in questi anni avrebbero stipulato con l'agenzia di Alberto Bernava al punto da essere stato oggetto lo stesso candidato sindaco di varie interrogazioni comunali. Ma torniamno al tema principale; come è possibile far crescere economicamente San Vito se la politica di Alberto Bernava e dei suoi candidati è quella di chiudere posti di lavoro e mandare azienda in crisi con la logica conseguenza di un taglio netto di stipendi?