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"SENZA PAROLE": IL NUOVO MENSILE FRIULANO SBARCA A CODROIPO

SAN GIORGIO DI NOGARO: TUTTI VOGLIONO FARE IL SINDACO MA NESSUNO HA UN VOTO

Nonostante la forte leadership del governatore leghista Massimiliano Fedriga, il centrodestra regionale friulano, paga tutta l'inesperienza dei relativi segretari provinciali dei singoli partiti. Prova ne è che a San Giorgio di Nogaro, come a Tarcento, a Latisana e in tante altre realtà Lega, Forza Italia e Fdi stentano a trovare una dozzina di candidati da mettere nelle liste locali. Questo accade perchè l'ambizione di molti consiglieri regionali e parlamentari ha allontanato gli amministratori locali dalla politica e quelle che una volta erano le sezioni di partito, oggi non esistono più. Il segretario provinciale di Fdi, Gianni Candotto, non ha mai messo piede fuori dalla sua Agenzia di Assicurazioni a Cervignano al punto da non essere in grado neppure di presentare una lista di dodici candidati nella vicina San Giorgio di Nogaro. A Tarcento le cose vanno ancora peggio, dopo aver rotto i rapporti con il consigliere comunale plurivotato Riccardo Prisciano e averlo fatto fittiziamente commissariare da Leonardo Barberio (ex leghista duro e puro) di Fagagna. Stesso dramma in casa Lega dove a San Giorgio di Nogaro ci sono tre consiglieri comunali uscenti, tutti eletti nella lista civica "Mattiussi Sindaco": Fiorin (addetto di segreteria del consigliere regionale Alberto Budai), Barbana e Biondin. Segretaria di sezione è Arianna Dreossi, stretta collaboratrice della coordinatrice provinciale Elena Lizzi e del capogruppo in consiglio regionale Mauro Bordin. Anche in casa Lega trovare dodici candidati appare una missione impossibile al punto da spingere Dreossi e Candotto a ragionale su una possibile bicicletta con i due simboli uniti. Per Forza Italia sono più i referenti esterni di quelli locali. Il consigliere comunale Enzo Bertoldi, che fa riferimento a Paride Cargnelutti, quale iscritto di Forza Italia pende dal coordinatore provinciale Ferruccio Anzit, legato al presidente del consiglio regionale Pier Mauro Zanin. Antonio Mammarella, l'ispiratore della passata candidatura di Roberto Mattiussi, riconosce come unico vero riferimento il carnico Renzo Tondo, mentre tutti sembrano concordare sull'età troppo avanzata dell'ex sindaco Occhioni per poter portare ancora qualche voto. Altro nome sempre presente ma mai con una maglietta precisa addosso è Tullio Bratta, uomo di puro potere e di fine intelligenza politica al punto da non salire mai su nessun carro. Una cosa è certa secondo Paride Cargnelutti, ossia che l'elettorato moderato è confuso e non ha capito le dimissioni del sindaco Mattiussi. Cargnelutti precisa anche che il suo gruppo già nel mese di aprile aveva scritto varie lettere a Mattiussi invitandolo a restare in carica e precisando che ogni eventuale tensione poteva considerarsi superata. Perchè allora le dimissioni di Mattiussi? Cargnelutti non ha dubbi sul dare la responsabilità dell'accaduto alla totale inesperienza politica e alla mancanza di carisma del primo cittadino che non si è mai confrontato con i singoli gruppi ma ha sempre preferito la fuga. Secondo il fronte moderato, più di qualcuno attende di sapere chi comandi realmente in casa Lega viste le posizioni radicalmente differenti fra i consiglieri regionali Budai e Bordon. 

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