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  • DREOSTO (LEGA): CONTROLLI SANITARI AI CONFINI DELL'EUROPA NON SOLO IN ITALIA

    Onorevole Marco Dreosto, continuano ad arrivare in Italia e, in particolare, in Friuli Venezia Giulia dalla rotta balcanica clandestini e profughi di vari Paesi, ma queste persone che possono anche avere il diritto di un'accoglienza e di un soccorso umanitario, vengono monitorate sullo stato di salute? Quando salgono su treni ed autobus o entrano in un bar, pensiamo veramente che siano tutti in possesso del famoso green pass rinforzato che noi italiani dobbiamo obbligatoriamente esibire?

    Vorrei prima fare una considerazione. Io da eurodeputato, quando rientro da Bruxelles, ogni settimana, oltre ad avere il green pass, faccio giustamente anche un tampone per rientrare in Italia. Senza il tampone non posso imbarcarmi su nessun aereo che mi riporti in Patria. Oggi assistiamo, purtroppo, a questi arrivi in massa, che come giustamente lei ha detto, possono anche avere diritto ad un'assistenza umanitaria ma evidentemente creano un problema; un problema di carattere sanitario, perchè queste persone solo dopo essere entrare in Italia vengono tamponate e verificato il loro stato reale di salute. Sappiamo che in molti Paesi da cui provengono non esiste la vaccinazione e quindi queste persone in molti casi sono portatori del virus. Noi della Lega stiamo chiedendo in maniera importante alla commissione europea di effettuare accurati controlli, ma non in Italia bensì ai confini dell'Europa attraverso centri di controllo gestiti dall’Unione Europea con l'ausilio di forze dell'ordine inter europee che possano intercettare già lì chi ha diritto allo status di profugo e chi invece deve essere prontamente rimpatriato. La commissione europea per voce di Ursula von der Leyen, due settimane fa, per la prima volta ha ammesso che esiste la necessità di prendere in considerazione l'opportunità di rimpatri per chi non ha diritto allo status di profugo. 

    In questi giorni si sentono sempre di più notizie che parlano di un vero e proprio attacco al Made in Italy, in particolare nel settore agro alimentare. Quali sono le lobbies nemiche del Made in Italy?

    Noi siamo molto preoccupati perchè, in particolare i nostri territori sono detentori di alcune eccellenze straordinarie ritenute tali a livello mondiale. Mi riferisco al Prosciutto Crudo di San Daniele, al vino, alle colline del Prosecco patrimonio dell’Unesco. Questi prodotti sono a rischio a seguito di alcune prese di posizione dell’Unione europea che evidentemente strumentalizza alcune caratteristiche di questi prodotti per farli passare come nocivi. L'ultimo caso lo abbiamo avuto da una commissione speciale che si occupa di protezione dal cancro che richiede di etichettare i prodotti alcolici e quindi anche il vino come prodotto cancerogeno, come avviene attualmente con le sigarette. Questo deriva da una cattiva comunicazione e da fenomeni che ci sono in alcuni paesi del Nord Europa dove c'è un forte abuso di super alcolici. Ciò andrebbe a penalizzare fortemente un settore come quello dei vini del nostro territorio. Sappiamo che il vino deve essere consumato con moderazione, come tutto, ma resta un valore aggiunto del nostro territorio sia a livello culturale che nel pil del Friuli Venezia Giulia e di altre regioni italiane. Un tema che si lega a quello del nutriscore, marchiatura fronte pacco, che è ancora in fase di valutazione da parte della commissione europea e che se approvato porterebbe un gravissimo danno ai nostri prodotti enogastronomici. Pensiamo che alcuni prodotti come il prosciutto crudo, il grana padano e l'olio di oliva verrebbero considerati negativamente ed etichettati in modo da disincentivarne l'uso. Siamo favorevoli ad un'etichettatura fronte pacco che dia la possibilità al consumatore di valutare se il prodotto sia salubre ma con il principio che già applichiamo nella dietà mediterranea: non solo la qualità del prodotto che deve essere eccelsa ma anche le quantità da consumare in un equilibrio alimentare. 

    Passiamo alla politica. Si parla da molto tempo di una possibile Lista Fedriga per le prossime regionali, in cui molti amministratori locali rimasti orfani di riferimenti politici aspirano a candidare. Una lista Fedriga che imbarcherebbe tutti tranne i leghisti doc con il rischio di una Lega fortemente depotenziata dalla concorrenza del proprio leader carismatico Massimiliano Fedriga. 

    La prima Lista Fedriga è la lista della Lega. Ricordo che il governatore del Friuli Venezia Giulia è una persona straordinaria che sta facendo un ottimo lavoro sia a livello regionale che come presidente della conferenza delle regioni; è uno dei più importanti esponenti nazionali del nostro movimento. E' un leghista della prima ora, è un leghista a tutto tondo che applica il suo grande buon senso e il suo grande senso di responsabilità all'interno della Lega contribuendo a portarci ad essere  movimento di governo come di fatto siamo nel Governo Draghi. Detto questo, ritengo che non ci sia nulla di scandaloso nel fatto che anche nella nostra regione, come nel vicino Veneto, vi possa essere una lista del presidente, una lista che vada ad accogliere persone di area di centrodestra e di fiducia del governatore. 

    Quindi nella lista ci saranno candidati della Lega, degli altri partiti del centrodestra o della società civile?

    Penso che questa sia una lista che può raccogliere persone che abbiano prima di tutto la fiducia incondizionata da parte del presidente Fedriga e questo a prescindere dalla connotazione politica. Ci saranno certamente le liste di Fratelli di Italia e di Forza Italia assieme alla Lega e a questa civica.

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