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INTERVISTA A VALENTINA PEGORER: "DA OGGI BERNAVA SARA' COSTANTEMENTE SOTTO ESAME; FORZA ITALIA E' SPARITA"

Valentina Pegorer, la “peste” della politica sanvitese.
Rieletta consigliere comunale, questa volta per “San Vito Bene Comune”. Ci sperava o temeva di non farcela?
Grazie per la “peste”, lo considero un complimento.
Sì, sono stata rieletta. Sapevo che questa volta avrei dovuto fare più fatica per far comprendere le mie ragioni, ma ero certa che le persone di buon senso mi avrebbero capita, indipendentemente dal simbolo. Sono felice di poterle rappresentare ancora.
Come si definisce oggi? Una “liberale” di centrodestra o una “liberal” di centrosinistra? Una lettera fa la differenza.
Toglierei sia la E che la L: Libera.
Per qualche giorno è stata più di un semplice candidato consigliere…dica la verità, avrebbe voluto fare il candidato sindaco per San Vito Cresce…
Io non ho cercato assolutamente niente, sono stata cercata! Come ho già avuto modo di dire, c’è stata una proposta, ma non c’erano le condizioni per accettarla. Guai a impuntarsi o a credersi indispensabili. Quello lo lascio ad altri.
Eppure lei, cinque anni fa, ha preso quasi lo stesso numero di preferenze di Bernava, che è stato candidato dai suoi e ha vinto. Avrebbe potuto fare la front woman del centrodestra, no?
È una proposta che non ho mai preso in considerazione, semplicemente perché non mi è mai stata fatta…quindi la domanda andrebbe rivolta ad altri. In ogni caso guidare questo centrodestra, con i toni che ha assunto ultimamente qui a San Vito, non sarebbe stato un mio desiderio.
Perché non ha rivendicato le sue istanze moderate dall’interno del centrodestra anziché uscirne?
A parte il fatto che, ribadisco, è il centrodestra a non aver fatto nulla per trattenermi…anzi… rivendicano con orgoglio di avermi accompagnata alla porta! Poi ho visto un catastrofismo senza proposta, uno strizzare l’occhio a idee incompatibili con me. Le cose si fanno con chi ha la credibilità e la competenza per poterle realizzare.
Col senno di poi, sapendo che la coalizione da lei sostenuta sarebbe arrivata terza, rifarebbe la scelta di cambiare casacca?
Innanzitutto, io non ho cambiato casacca! C’è chi cambia idea per rimanere nello stesso partito e chi, per amore della verità, del pragmatismo e della propria comunità, sa riconoscere anche agli avversari storici di aver amministrato bene. Ho voluto dare un contributo per assicurare continuità a questo buon governo, nell’interesse di San Vito. Non è bastato, ma lo rifarei, indipendentemente dal risultato. Poi le dirò, arrivare terzi ha qualche lato positivo: la soddisfazione di essere corteggiati da chi fino al giorno prima attaccava, offendeva e non salutava non ha prezzo!
Allude al fatto di essere stata attaccata da destra. Anche lei però non è stata morbida, soprattutto con le sue colleghe.
Sono stata attaccata da destra e anche dagli altri avversari. Comunque, questa storia delle donne va chiarita una volta per tutte. Non ho mai attaccato le candidate del Centrodestra, anzi! Ho criticato, con tono pungente come si fa in campagna elettorale, una rappresentazione stereotipata delle donne in politica. Basta con questo machismo latente per cui si esibiscono le proprie quote rosa come un trofeo per mostrarsi sensibili alla questione femminile. Candidiamo più donne, ma come quadro, non come cornice. Il ragionamento era nel loro stesso interesse. Non hanno capito? Pazienza! Mi dispiace, lo dico senza sarcasmo, che non ci sia nessuna collega tra i banchi di Centrodestra in consiglio comunale.
Intanto Forza Italia è rimasta fuori dal Consiglio Comunale di San Vito. È contenta?
Come posso essere contenta? Non riesco a non voler bene a quel simbolo per quello che un tempo rappresentava, per quello che potrebbe essere se si evolvesse. Ma questo è ciò che succede quando si diventa autoreferenziali, quando non si dà fiducia a chi, dal territorio, ne conosce le dinamiche e le peculiarità. Questo è quello che succede quando non si osa più, quando le alleanze diventano più importanti dei temi, quando non si difende la propria identità liberale e moderata come alternativa al populismo statalista da una parte e al sovranismo urlante dall’altra. Sono discorsi che valgono a livello nazionale, ma anche nel nostro contesto locale. Esistono ancora i moderati, ma stanno troppo timidamente in seconda o terza fila. Chi amministra poi dimostra che dal buonsenso non si scappa: guardi la differenza tra la Lega dei Governatori e dei Ministri rispetto a quella di Salvini.
Io, comunque, timida non sono: non mi rassegno alla demagogia e al disfattismo, anche a costo di fare scelte nette.
Ma torniamo alla sua coalizione. Perché avete perso?
Va fatta un’analisi. Ma non è stata una catastrofe: l’elettorato si è diviso in 3. Il PD ha perso 6 punti rispetto al 2016. È mancato il contributo di molti “big”, che facevano centinaia di preferenze e non si sono ricandidati. Il voto disgiunto, poi, non ci ha aiutati. Per il risultato di “San Vito Bene Comune”, uno straordinario 10% a neanche un anno dalla nascita, non parlerei certo di sconfitta. Se poi considera la capacità della lista di attrarre giovani preparati è un successo inequivocabile. Ne vado fiera.
Ora tocca a Bernava. Cosa ne pensa?
Parleranno per lui contenuti e metodo, gli faccio gli auguri di buon lavoro! Voglio sperare in un cambio di atteggiamento rispetto alla campagna elettorale perenne in cui il suo schieramento si è mosso negli ultimi cinque anni, con attacchi strumentali all’amministrazione uscente che oggi qualcuno finge di non aver mai fatto.
Io so che farò un’opposizione intransigente. Spero si vogliano preservare gli standard che fanno di San Vito un’eccellenza su più fronti. Non stiamo parlando di asfaltature o erba alta, ma di servizi, realtà economiche e reputazione che non si inventano dall’oggi al domani e che non vanno mai dati per scontati. Per tutelarli servono scaltrezza, autorevolezza e integrità. Il tempo della demagogia da campagna elettorale è finito, i riflettori si sono spenti e si deve lavorare a testa bassa dietro le quinte dove non c’è nessuno ad applaudire.
Io dai banchi dell’opposizione mi adopererò perché eventuali mancanze, in questo senso, non passino inosservate.
Al centrodestra di San Vito cosa vuol dire?
Non voglio infierire. Si prenderanno una pausa di riflessione e qualcuno, forse, diventerà un po’ più modesto. Hanno fatto un discreto 45% al ballottaggio, ma sempre di sconfitta si tratta. Se avessero puntato sul pragmatismo e sull’affidabilità magari avrebbero intercettato meglio i voti di San Vito Cresce e staremmo parlando di un altro risultato, ma torniamo sempre lì… per essere credibili avrebbero dovuto rifiutare dall’inizio i toni catastrofisti e riconoscere che a San Vito male non si sta e a certe scelte andava data continuità.
Le mancherà Di Bisceglie?
Per un po’ vivremo di rendita, ma mancherà probabilmente a tanti Sanvitesi, indipendentemente dal credo politico e dalle simpatie. Alcuni se ne accorgeranno subito, altri ci metteranno un po’. Il tempo è galantuomo!

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